La Porta del Sole è uno dei più grandi monumenti della cultura Tiahuanaco, in altre parole è come l'icona che identifica questa civiltà. Diversi studiosi affermano che presenta diversi misteri e attualmente è uno dei resti archeologici più importanti di Tiahuanaco.
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La Porta del Sole fu scoperta da Pedro Cieza de León nel 1549, quando gli esploratori la trovarono adagiata orizzontalmente sul terreno con una grande fessura visibile ancora oggi. Nella parte superiore del portale si trovano 48 intagli con ali su tre file.
E nella figura centrale si ritiene che rappresentino il dio Viracocha o la divinità dei bastoni o delle bacchette, inoltre le incisioni che si vedono in questo monumento potrebbero avere un significato astronomico e/o astrologico con finalità calendariali.
Anche questa immagine presenta incisioni simili a lacrime sul volto, motivo per cui è conosciuta come il "Dio che piange". D'altra parte, il Portale dava l'ingresso al recinto sacro di Kalasasaya, come indicano i ricercatori, questo pezzo è stato scolpito in un unico pezzo di pietra e si sospetta che questo non fosse il suo sito originale, come lo vediamo oggi, questo fatto è ancora incerto per gli studiosi.
Il portale è alto 3 metri e largo 4 metri, con un peso approssimativo di 10 tonnellate, mentre l'apertura della porta è larga 1,4 metri.
Sulle rive del Lago Titicaca nacque una delle grandi culture che potrebbe addirittura essere considerata la cultura madre delle civiltà preispaniche, questa cultura dominò per molti secoli i territori di quelli che oggi sono Perù, Cile, Argentina e Bolivia.
Come abbiamo detto, la capitale si chiamava Tiwanaku, tra il confine del Perù e della Bolivia; per la loro agricoltura avevano terreni paludosi e venivano inondati stagionalmente dallo scioglimento delle nevi di Quelccaya.
Per migliorare la loro agricoltura svilupparono una tecnologia agricola straordinaria che permetteva di seminare i loro prodotti, questa tecnica consisteva nel costruire alte piattaforme erbose e campi rialzati in modo che l'acqua non potesse raggiungere le loro colture, erano anche separati da canali, a loro modo costruirono grandi acquedotti nei dintorni della città di Lukumarka e Pajchiri.
Si può quindi affermare che questa cultura era molto brava nell'agricoltura e nell'allevamento, perché aveva una grande sfida, quella di conoscere i segreti della semina in una zona alta. Dal punto di vista dell'organizzazione sociale e politica, si dividevano in tre classi: l'élite, gli artigiani e i contadini.
I ricercatori dicono che erano politeisti perché adoravano molti dei e uno dei principali era il dio Wiracocha. Secondo i miti, questo dio creò l'uomo da una roccia e gli diede la vita, creò anche uomini giganti per spostare le pietre delle grandi architetture che vediamo oggi, ma quando i giganti si rivelarono al loro dio, questi decise di sterminarli.
Tra le sue architetture spiccano i dolmen o costruzioni di pietre rettangolari che venivano costruite con lo scopo di abitarle; si trovano anche le famose Chullpas che avevano scopi funerari, fatte di fango e pietra ben scolpita che adottavano una forma cilindrica.
I resti più importanti si trovano sulle terrazze di Pumamarka, nella fortezza di Akapana e nel palazzo di Kalasasaya, dove è stata trovata anche la Portada del sol.